Caterina va in città [2003 - 90 min.]

Le mosche hanno occhi per guardare dappertutto, i pesci, occhi per guardare a lato, ma gli uomini... gli uomini hanno occhi coi quali possono solo guardare avanti!   Con questa replica Caterina, ingenua adolescente provinciale, ci invita a guardare avanti in una società italiana che sembra andare alla deriva.  Anche se girato qualche anno fa, il film sembra di grande attualità.
Caterina, da un piccolo paese di provincia, si trasferisce a Roma con i genitori.  Nella capitale, il padre - un poliedrico Sergio Castellitto - fa di tutto per frequentare i "privilegiati" e sembra vivero solo per la riconoscenza sociale.  La terza media in cui Caterina si inserisce con difficotà è spaccata a metà: quelli di sinistra e gli altri di estrema destra, tutti adolescenti che si sforzano di riprodurre gli stereotipi degli adulti.  Le ideologie politiche stordiscono Caterina, che è sballottata da un gruppo all'altro, nonchè alla scoperta dei primi sentimenti amorosi.   Ma, grazie anche al suo candore, non si lascia sfiduciare.  Il progetto personale - studiare al conservatorio - portato avanti con determinazione, l'aiuta a non lasciarsi contaminare dai interessi meschini e dall'ipocrisia del mondo che la circonda. Chi ciascuno di noi sia veramente, non dipende dal gruppo sociale a cui appartiene, nonostante tutti gli sforzi che faccia per esservi accettato.  Un bel soggetto di dialogo in ogni epoca!
Dai 16 anni in su, con brevi oscenità.
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