Centochiodi [2007 - 92']

"Il titolo nasce da una mia ossessione: quella di inchiodare qualcuno per impedirgli di fare del male" spiega il regista Ermanno Olmi. "Chi raccontare? Chi ricordare fra tanti come esempio assoluto di umanità cui poterci riferire nei momenti bui per trovare sostegno e speranza? - dice il regista – È scontato dire il Cristo? Sì: il Cristo Uomo, uno come noi, che possiamo incontrare in un qualsiasi giorno della nostra esistenza, in qualsiasi tempo e luogo. Il Cristo delle strade, non l'idolo degli altari e degli incensi. E neppure quello dei libri, quando libri e altari diventano comoda formalità, ipocrita convenienza o addirittura pretesto di sopraffazione (...)".

Con grande sgomento delle istituzioni - la chiesa, i rappresentanti della cultura, i carabinieri - viene scoperta “una strage di libri” in una sala di biblioteca ricca di preziosi volumi. Questi sono stati trafitti da grossi chiodi, che assomigliano a quelli usati per crocifiggere il Cristo.
Il responsabile della strage è un attraente professore di filosofia dai tratti messianici, che decide di lasciare tutto e andare a vivere sulle rive del fiume Po.  Attraverso rapporti semplici e profondi, il moderno profeta mette in luce i valori della gente dei dintorni, dando speranza e consolidando la comunità.  Alla fine, una volta sistemate le cose con la giustizia "in città", tutti aspettano il ritorno del neo-profeta sulle rive del Po. Ma invano, lasciando il film aperto alle interpretazioni più varie e... alla critica, che in certi casi ha cercato di inchiodare il film.
Mi sembra che il film sia sotteso da una bella poesia e allo stesso tempo un contenuto di grande spessore: un ottimo spunto per il dialogo. Purtroppo il film è difficilmente reperibile in altre lingue.